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Trama

In seguito alla sospensione del rissoso pastore Wredmann, il giovane prete Andreas viene chiamato ad occuparsi di una piccola comunità.

Presto scopre che alcuni dei suoi componenti seguono con passione un corso di lingua italiana organizzato dal comune, che si tiene il mercoledì sera.

Fa così la conoscenza di Olympia, pasticciera tiranneggiata dallo scorbutico padre, della parrucchiera Karen, alle prese con una madre quasi barbona, dello scontroso cameriere Halvfinn, tifoso della Juventus, del timido portiere d’albergo Jørgen, innamorato di Giulia (anche lei serve ai tavoli).

Tutti loro sono accomunati da relazioni, drammi e sentimenti che affiorano pian piano.

Recensione

Nuovo capitolo del Dogma (il dodicesimo, per la precisione) promosso da Lars von Trier (riprese in digitale con mezzi del tutto naturali).

Stavolta si tratta di una piacevole commedia, molto apprezzata al festival di Berlino 2001 (dove ha ricevuto l’Orso d’argento), che –come spesso accade nel cinema europeo– radiografa una serie di personaggi accomunati da qualcosa per stabilire che uno dei mali della nostra epoca è la solitudine.

Fin qui niente di trascendentale, ma la trama, punteggiata da fin troppi lutti, è narrata dalla regista con tale grazia e, in qualche passaggio, da cotanto gusto del paradosso da brillare di luce propria.

Non che sia difficile notare delle sbavature o una spiccata tendenza, per contro, alle evoluzioni rosee; tuttavia, il contenuto c’è, e non è dei più banali.

Inoltre, è soddisfacente assistere ad un film che, per forza di cose, è quasi interamente sottotitolato; spiace, peraltro, che le scritte non tengano conto dei contrasti sul bianco e che traducano i titoli di coda in maniera assolutamente anarchica.

Max Marmotta