
Kirikù e gli animali selvaggi
- Bénédicte Galup, Michel Ocelot
- Awa Sene Sarr, Marie-Philomène Nga, Pierre-Ndoffé Sarr, Robert Liensol
- Animazione, Avventura, Famiglia, Fantasy
- Francia
- 7 December 2005
Recensione
Sette anni dopo Kirikù e la strega Karabà, il cartoonist Michel Ocelot, in coppia con Bénédicte Galup, ripesca il minuscolo personaggio che gli ha dato successo, un neonato africano in grado di camminare e ragionare quanto e meglio degli adulti, e lo colloca in una nuova serie di edificanti avventure, nella finzione precedenti alla conversione della megera che, lo ricorderà chi lo ha visto, chiudeva il film precedente.
Il furbo frugoletto stavolta indaga sulle incursioni di un lupo che ha rovinato il raccolto del suo villaggio; insegna ai grandi ad impiegare l’argilla e a venderla in forma di utensili casalinghi, e li diffida dall’approfittare del dorso di un bufalo sconosciuto per trasportarli; utilizza una rassicurante giraffa per sbarazzarsi di alcuni minacciosi feticci di legno inviati dalla fattucchiera per catturarlo; scopre che la birra prodotta all’interno della sua comunità è avvelenata e, travestito per l’appunto da sgherro di Karabà, rischia in prima persona per procurarsi l’antidoto.
Disegni essenziali (che non temono, com’è giusto, di mostrare con spontaneità il nudo in uso fra le tribù del Continente Nero), buoni sentimenti, morali lapalissiane, insistenze (a volte petulanze) del piccolissimo Kirikù, bistrattato ma che alla fine ha sempre ragione (e viene festeggiato): è tutto talmente semplice da sembrare, di primo acchito, inconsistente.
E invece Kirikù e gli animali selvaggi si rivela all’altezza del suo predecessore, non solo perché continua a raccontare e nobilitare i costumi primitivi, ma anche perché invita gli spettatori più piccini, principali fruitori del cartone animato, alla tolleranza verso le bestie, i propri simili, gli appartenenti ad altre culture, nonché verso coloro che, lo sottolinea l’ultima battuta, si comportano da malvagi ma forse hanno solo un bruciante bisogno d’amore.