
The Transporter
- Corey Yuen, Louis Leterrier
- François Berléand, Jason Statham, Matt Schulze, Qi Shu
- Azione, Crime, Thriller
- Francia, Stati Uniti
- 2 October 2002
Trama
Prima regola: rispettare i patti. Seconda regola: niente nomi. Terza regola: mai aprire i pacchi. Attraverso questo semplice formulario l’ex-agente speciale Frank Martin, residente oramai in Costa Azzurra, esegue il suo lavoro, illegale, di trasportatore: riceve la merce da persone poco raccomandabili e, senza fare domande, la porta da A a B con la sua Mercedes truccata (del resto, gli capita anche di fare solo da autista per le rapine).
Il suo laconico “professionismo” è messo a repentaglio da un nuovo incarico: per puro caso scopre che nel borsone che sta per consegnare si trova legata e imbavagliata la bella Lai, una ragazza cinese.
La faccenda non gli piace, e neanche terminare la missione basterà ad evitargli guai. In breve si trova a fare i conti con un tipo infido che si fa chiamare Wall Street e con il pericoloso padre della prigioniera, Kwai.
Senza contare l’ironico segugio della polizia che gli sta alle costole, Tarconi.
Recensione
Luc Besson, qui solamente produttore e co-scenarista, è ormai un marchio che garantisce azione, esplosioni, corpo a corpo (qui in stile Hong Kong), scarso approfondimento psicologico.
A dirigere stavolta è stato chiamato un esperto regista e coreografo orientale, Corey Yuen (in qualche versione dei credits risulterebbe affiancato da Louis Leterrier), mentre davanti alla macchina da presa si agitano il roccioso emulo britannico di Bruce Willis, l’ex-sportivo Jason Statham (pare che il suo accento americano in originale non convinca), e la stupenda diva dagli occhi a mandorla Shu Qi, già in Millennium Mambo.
Per quel che riguarda la qualità della pellicola, nella quale in teoria dovrebbero mescolarsi inglese e francese, non c’è molto da osservare: di certo non ci si annoia (la sequenza della rapina in apertura e il tentativo di fuga della ragazza non sono male) ed è inutile individuare le molte approssimazioni del copione.
Anche il riferimento al moderno schiavismo non incide, rivelandosi un espediente narrativo come un altro.