
Amici come noi
- Enrico Lando
- Alessandra Mastronardi, Amedeo Grieco, Massimo Popolizio, Pio D'Antini
- Commedia
- 20 March 2014
Recensione
Se Zalone e le trasposizioni de I soliti idioti (di cui è corresponsabile lo statico regista Lando) incassano, perché non portare al cinema anche le “iene” pugliesi Pio & Amedeo? Questo pensa – cinicamente – il produttore Pietro Valsecchi, il quale, dice la leggenda, dà abbastanza retta alle passioni televisive del figlio.
Ma il faro, in un mondo perfetto, non dovrebbe essere il botteghino, bensì la qualità del prodotto da offrire, foss’anche provocatorio o politicamente scorretto.
Qui invece si avanza a suon di battute che attingono al cattivo gusto (e allo stereotipo dell’italiano – soprattutto meridionale – scansafatiche, pressappochista e ignorante) e di risvolti narrativi ampiamente telefonati.
La vicenda vede due foggiani – un fantasioso impresario di pompe funebri in bolletta e il suo socio, che manda all’aria le nozze per la presunta lascivia della fidanzata – in fuga dalle origini (però non da un rozzo modus cogitandi) e dalle responsabilità, attraverso Roma (dove vive uno zio ricco), Milano e Amsterdam (meta della sfumata luna di miele).
Incontri, scuse e sfaceli fanno parte di un repertorio risaputo e talvolta avvilente, che di sicuro non giustifica l’apporto di 5 sceneggiatori (fra i quali, ça va sans dire, i protagonisti).
Perfino gli accenni di creatività (per esempio le scenografie di Sonia Peng, soprattutto nelle scene ambientate nell’agenzia mortuaria) restano sacrificati dal contesto.
Mastronardi (la sposa mancata) e Popolizio (il parente danaroso), poi, meritano di meglio. Chiusura in musical con i Modà! .