
Senza nessuna pietà
- Michele Alhaique
- Adriano Giannini, Claudio Gioè, Greta Scarano, Pierfrancesco Favino
- Amazon Prime, Crime, Da Riscoprire, Drammatico
- Italia
- 11 September 2014
Recensione
Non si sarà ancora fatto notare da attore (Cavalli, Qualche nuvola), ma Michele Alhaique rischia di diventare prima un quotato regista.
Il suo debutto si colloca tra il noir e il gangster movie, mostrando le sue qualità maggiori in una definizione genuina dei personaggi e nella scelta del percorso narrativo meno usurato, pur tenendoci a far udire echi di buon cinema di ogni epoca (Cop Land, Il padrino, Il dottor Zivago).
Alla base, comunque, c’è la perpetrazione del mito della Bella (non così innocente) e la Bestia: una giovane disposta a prostituirsi, Tania (Scarano), finita tra le grinfie del delinquente di seconda generazione Manuel (un laido Giannini) e salvata da colui che l’ha accompagnata per un giorno, Mimmo (un trasformato e come sempre efficace Favino), silente e corpulento spicciafaccende – nonché nipote – del boss Santilli (Davoli), idealmente favorito, stando agli sguardi, in una futura linea di successione.
Il bello è che il protagonista, che è sufficiente vedere all’opera una sola volta all’inizio insieme al ciarliero (e ambizioso) “Roscio” di Gioè, senza l’ambiente circostante sarebbe perfino un corretto e meticoloso operaio di cantiere.
E d’altro canto il padre, sfortunatamente perso troppo presto, era una persona onesta. A latere, dunque, c’è la spiegazione di un’inerte carriera criminale, ed è un tormento che aggiunge sapore a un film comunque semplice, i cui pochi accorgimenti tecnico-artistici sanno comunque coinvolgere.
E ritrovare la Peynado di Non ci resta che piangere è un piacere supplementare.