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Recensione

Giunto, dopo Notturno bus (2007), al secondo film (con regolare distribuzione; ne ha un altro pronto da due anni) per il grande schermo, Marengo si rifà all’inedita commedia ispanofona Un novio para mi mujer (in questo seguendo pedissequamente l’esempio di Genovese con Una famiglia perfetta) e chiama a raccolta una squadra di comici televisivi che hanno sempre maggiore dimestichezza con il cinema: Luca & Paolo (l’uno seduttore da strapazzo, l’altro coniuge stufo che gli chiede di corteggiargli la lamentosa moglie), Cucciari (l’annoiata consorte in questione, malinconica sarda transfuga a Milano pronta a contestare usanze, luoghi comuni e presunte coincidenze, portatrice – dopo L’arbitro – di una carica di femminilità alternativa), Ale & Franz (una coppia di amici gay, convolati a nozze in Germania).

Se contiamo che i protagonisti (i cui caratteri all’inizio del film non si conoscono, espediente narrativo che rifugge dalle vie più battute e aggiunge almeno un po’ di mordente al plot) sono genovesi e Abbrescia – compare donnaiolo e datore di lavoro dello sposo – è barese, ci accorgiamo che il luogo nel quale si dipana la trama è, come spesso accade, “casuale”.

Non è per forza un difetto, anzi, forse è il segno tangibile di un’“osmosi italica” di cui c’è un certo bisogno.

Piuttosto, il film non è propriamente comico: dopo una fase (ponderata) di assestamento, diventa una pellicola sentimentale, nemmeno delle più viete, almeno per il percorso intrapreso e la qualità di scrittura dei personaggi.

Cameo vocale di Daria Bignardi.

Max Marmotta