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Trama

La dottoressa Miranda Grey, psichiatra del penitenziario femminile di Woodward, tornando a casa dal lavoro evita per un soffio un incidente automobilistico con una ragazza male in arnese.

Si risveglia in una delle celle del suo carcere per scoprire, tramite il collega Pete Graham, di essere accusata del sanguinoso omicidio del marito Douglas, direttore della struttura.

Ma la donna, pur affermando di non ricordare nulla e invocando la propria innocenza, non viene creduta e si ritrova fianco a fianco coi suoi ex-pazienti, tra cui la traumatizzata Chloe Sava, la quale sostiene di ricevere spesso la visita di uno spirito maligno.

Convinta anch’essa di avvertire la presenza di un’entità inquieta e vendicativa, Miranda sente la propria lucidità vacillare.

Recensione

E così l’invidiabile talento del francese Mathieu Kassovitz (I fiumi di porpora da regista, Il favoloso mondo di Amélie da attore) varca l’oceano verso i lidi hollywoodiani, scegliendo, come altri colleghi prima di lui, la via del compromesso.

Gothika è quindi un horror con sfumature da giallo scaturito da una sceneggiatura facilmente commerciabile, dove i virtuosismi tecnici del cineasta perdono definitivamente i loro connotati artigianali per consegnarsi agli effetti digitali.

Un’opera che, sebbene difetti di ritmo nella prima parte –a prescindere dallo sviluppo in crescendo della trama–, sia penalizzata da un finale più che prevedibile e risponda in parecchi momenti esclusivamente ai canoni del mercato (il solito cinema trendy sul paranormale), riesce comunque a distinguersi dal prodotto di mestiere proprio grazie a una direzione tutt’altro che dozzinale.

Difatti la cura per la fotografia e lo score (affidato a John Ottman), la messa in scena impeccabile e la gestione equilibrata del nutrito cast contribuiscono a un risultato definitivo pregevole, a cui dopotutto si possono muovere ben poche obiezioni.

Producono Joel Silver e Robert Zemeckis.

Sax Marmotta