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Trama

Agosto 1973. Di ritorno dal Messico, dove hanno acquistato un chilo di marijuana, Erin, Morgan, Kemper, Andy e Pepper attraversano in furgoncino il Texas alla volta di Dallas, dove ci sarà un concerto rock.

Evitato per miracolo un incidente automobilistico, i giovani soccorrono una ragazza sotto shock e tentano di mettersi in contatto con lo sceriffo.

Ma in mezzo alla campagna deserta sembra un’impresa impossibile. Dopo aver provato presso una stazione di servizio e un mattatoio abbandonato, dove vive il piccolo Jedidiah, è la volta di una grande tenuta appartenente all’anziano Monty.

Ma la casa nasconde orribili segreti.

Recensione

Riuscito remake dell’omonimo horror di serie B del 1974, prodotto dal regista di allora Tobe Hooper e dal collega Michael Bay (Bad Boys II) e diretto da un esordiente finora cimentatosi in videoclip (Faith No More e Janet Jackson).

Pur basata su un soggetto oltremodo saccheggiato (tra gli ultimi esempi, il sufficiente Cabin Fever), la pellicola vanta infatti una regia di qualità e una confezione che si oppone alla moda vigente a Hollywood.

Il risultato è fedele all’originale, si avvale di un budget più cospicuo e subisce minori pressioni della censura per le sequenze violente, mosse su un palcoscenico grottesco, sporco e decadente da attori per lo più sconosciuti.

I volti familiari sono difatti quelli R. Lee Ermey (il sergente Hartman di Full Metal Jacket, qui lo sceriffo Hoyt) e del piccolo David Dorfman (Jedidiah, già Aidan in The Ring).

Una prova che per semplicità e concretezza è perfettamente accostabile a Frailty, opera prima dell’attore Bill Paxton.

Sax Marmotta