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Trama

Il ricco costruttore Alberto non fa che corteggiare la giovane cameriera Martina. Ma questa non ha occhi che per il tenebroso Ulises, professore da poco assegnato in una scuola della cittadina costiera, nei pressi di Valencia, nella quale la ragazza vive.

In particolare, il letterato la affascina con le sue storie e con le sue citazioni classiche. Quando Martina rimane incinta i due convolano a nozze. Dopo la nascita del bambino, i due si recano ad un ricevimento tenuto proprio da Alberto, che mostra agli invitati con orgoglio il suo piccolo coccodrillo Morgan.

Il giorno seguente Ulises va per mare sulla barchetta che ha risistemato dopo il matrimonio, e non torna più: il ritrovamento del natante danneggiato lascia presagire il peggio.

Si celebra un funerale e Martina, addolorata, decide di sposarsi con Alberto. La sua vita cambia, finché non riceve una telefonata… .

Recensione

Tra l’Eneide letta, e attuata, dal protagonista e i numerosi rimandi omerici, primo fra tutti il nome dello stesso carattere, Ulisse (il trasformista Jordi Mollà), non c’è dubbio che Bigas Luna, messi da parte i sensazionalismi gratuiti, volesse rifarsi alla grecità, e soprattutto, dichiaratamente, al tema del ritorno.

Inoltre, il discontinuo autore spagnolo, capace di opere riuscite quali Uova d’oro, La teta y la luna, L’immagine del desiderio, contrapposte ad inutili pamphlet nei quali si è lasciato prendere la mano come Prosciutto prosciutto e lo stupido Bambola, focalizza sin dal titolo sul mare, presenza costante e mai marginale in tutti i precedenti lavori che qui, con il suo “suono”, riempie, svuota e invade le esistenze dei personaggi.

Questa volta il regista fa coabitare la sensualità della bella e semplice Leonor Watling (che solo un anno dopo Almodóvar avrebbe diretto in Parla con lei), spesso intenta a succhiare arance e ansimante sia quando sale le scale che quando fa l’amore, con raffinate allegorie narrative (l’educazione all’avidità del frugoletto, il minaccioso coccodrillo che non morde).

Senza nulla rivelare, c’è persino un lieto fine sui generis, perfettamente in linea con la storia. Almeno un appunto? La frase della seduzione è ripetuta troppe volte.

Max Marmotta