
12
- Nikita Mikhalkov
- Apti Magamaev, Nikita Mikhalkov, Sergey Garmash, Sergey Makovetskiy
- Crime, Drammatico, Giallo
- Russia
- 6 June 2007
Recensione
È sorprendente l’ultimo film di Nikita Michalkov. Soprattutto perché il regista e attore (quasi sempre ritaglia una narcisistica parte per sé) non aveva convinto con il suo per giunta lontano (1998) precedente: Il barbiere di Siberia era troppo prolisso, mai realmente inscrivibile nella forte e storicamente incisiva poetica dell’autore di Oci Ciornie, Urga e Sole ingannatore.
Un cineasta smarrito, dunque? Nient’affatto, e questo suo 12, libera rilettura del classico del 1957 La parola ai giurati di Lumet (rifatto per la tv 40 anni dopo da Friedkin) è lì a dimostrarlo.
Attraverso la vicenda allegorica di un verdetto che dovrebbero sbrigativamente emettere dodici giurati uomini, diversissimi tra loro, riuniti per un disagio nella palestra di una scuola (dove di solito si forma il fisico delle giovani menti), emerge un quadro a tinte cupe della disillusa Russia post-comunista, tra traffici e abbozzi di capitalismo, ma pure – tramite aneddoti e osservazioni di ognuno atti a interessare gli interlocutori più impensabili – dell’intera e variegata umanità odierna.
E di certo il fatto che l’imputato sia un ragazzo ceceno che si esprime a stento accusato di aver ucciso il padre adottivo, simbolo universale di una diversità sospetta e temibile (già per questo non la si vuole indagare), offre formidabili spunti di dibattito, al pari dell’uccellino metafora semplice ma diretta di libertà.
Michalkov (nella finzione ex-militare tradizionalista, nonché pittore dilettante, il che gli vale automaticamente l’epiteto di artista) non rinuncia neppure all’allestimento di uno pseudo-set nella simpatica scena dell’incidente probatorio, al quale i personaggi (superlativi gli interpreti, cui vanno aggiunti, oltre ai menzionati, Viktor Veržbizkij, Roman Madjanov e Sergej Arzibašev) partecipano con zelo: il cinema come mezzo per ragionare.