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Recensione

Per il sequel dell’acclamato 300 – che ha un po’ del prequel e potrebbe essere considerato semplicemente uno spin-off o un cambio di prospettiva – Zack Snyder si è limitato a produrre e a scrivere la sceneggiatura insieme a Kurt Johnstad.

Alla base c’è ancora un sontuoso albo a fumetti (Xerxes) di Frank Miller, e bisogna dare atto al nuovo regista Noam Murro e al direttore della fotografia Simon Duggan (sostituto di Larry Fong) che esteticamente l’esagerato impatto che rese celebre, già otto anni or sono, il primo film, regge.

Ma si sa che in questo campo (anzi, proprio in Miller) molto lavoro è svolto in post-produzione, a partire dall’abbondante quantità di sangue digitale che “macchia” obiettivo, schermo e occhiali 3D.

Non fosse per la compiaciuta insistenza su simili dettagli (infilzamenti, mozzamenti, amputazioni, decapitazioni), pur necessari a rendere la ferocia degli scontri e piazzati a corredo di un’azione altrimenti spesso vuota, tutto sommato ci si potrebbe godere lo spettacolo e parteggiare per l’eroismo selvaggio dell’acuto generale ateniese Temistocle (il prestante australiano Stapleton, in auge – come sempre più di frequente accade – grazie a un telefilm, Strike Back), alla guida delle sue navi per fronteggiare gli innumerevoli Persiani di Serse (il truccatissimo Santoro), aizzati da Artemisia (Green), sexy e collerica (i suoi trascorsi sono dolorosi), mentre a terra Leonida e i suoi indipendenti Spartani, dopo aver dato del filo da torcere al nemico, vengono massacrati.

Purtroppo però la sostanza è esigua.

Max Marmotta