
Amen.
- Costa-Gavras
- Mathieu Kassovitz, Michel Duchaussoy, Ulrich Mühe, Ulrich Tukur
- Drammatico, Storico
- Francia, Germania, Romania
- 13 February 2002
Trama
Durante la II Guerra Mondiale il tenente delle SS Kurt Gerstein, chimico esperto di igiene e parassiti, scopre che le ingenti quantità di Zyklon B, sostanza disinfettante ma altamente tossica, inviate alle caserme vengono in realtà utilizzate per gassare i malati mentali ed intere famiglie di ebrei.
Fortemente scosso, l’ufficiale, assai credente, tenta di informare l’opinione pubblica e, prima ancora, si rivolge alle autorità ecclesiali.
Non è sua intenzione tradire la patria, bensì contribuire all’arresto di tanta ferocia, pur sapendo di mettere a repentaglio la propria incolumità e quella dei suoi familiari.
Solo un giovane gesuita, Riccardo Fontana, il cui padre è un nobile molto vicino al pontefice, lo ascolta e si mette in gioco in prima persona.
Recensione
“È piuttosto orribile”: questa sorta di ossimoro, pronunciato con noncuranza da uno degli aguzzini in presenza di uno sconvolto Gerstein (l’intenso Ulrich Tukur, visto di recente nell’affine A torto o a ragione), riassume bene lo spirito del nuovo film di Constantin Costa-Gavras (Costa-Gravas per alcuni), regista arrabbiato per definizione, inattivo da qualche anno.
Il personaggio del militare è esistito davvero, mentre quello del prete si ispira ai molti sacerdoti che si indignarono e si ribellarono all’ostentata indifferenza di papa Pio XII.
Prodotta da Claude Berri, la pellicola (dal titolo perentorio, al quale fortunatamente non si è aggiunto Il vicario, come avrebbe voluto la distribuzione italiana) sceglie di non mostrare direttamente lo strazio, rappresentato con maggiore efficacia dallo sgomento dei testimoni e dai treni merci che tornano vuoti dai campi di sterminio, o dal suicidio, avvenuto nella più totale indifferenza, del giornalista ebreo Stephan Lux (è la sequenza d’apertura).
Tuttavia, l’importanza del tema trattato non impedisce un certo monocromatismo da tv-movie, indegno della fama dell’autore.
Anche Kassovitz, uno dei motivi di principale interesse dell’opera, appare un po’ sperduto. Polemiche per il provocatorio manifesto ideato da Oliviero Toscani.