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Trama

Un maturo ristoratore, donnaiolo inarrestabile, si imbatte in Charlotte, figlia ventiduenne di una sua vecchia fiamma, purtroppo deceduta.

Tra i due nasce qualcosa, ma la scoperta che la ragazza soffre di una rara patologia che la condurrà presto alla morte fa desistere Will, così si chiama l’uomo, dalla sua consunta abitudine di mollarla al più presto.

Così Will impara, attraverso la sofferenza, ad amare seriamente, mentre Charlotte dà prova del suo carattere indomito.

Sullo sfondo della Grande Mela.

Recensione

Quel che nuoce di più a questo mélo visto mille volte, diretto con poca fantasia dall’attrice Joan Chen (L’ultimo imperatore, Twin Peaks), è la prevedibilità degli esiti.

Non si può negare che ci siano scene più riuscite o addirittura suggestive, che New York sia valorizzata o che Gere sia diventato definitivamente bravo (a differenza della Ryder, per la quale, indecisa sullo stampo del suo personaggio ora infantile ora segnato, il film segna un passo indietro): ma non è possibile sopperire ai vuoti o ai dialoghi banali con l’obbligo della lacrima o con le melodie di Gabriel Yared.

Però il tranello, in sostanza, funziona, e non lascerà insoddisfatti i consumatori di kleenex.

Max Marmotta