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Trama

Inghilterra settentrionale, 1984. Il primo ministro Margaret Thatcher continua la sua lotta contro i minatori inglesi che si oppongono alla chiusura delle cave, le quali rappresentano l’unica possibilità di lavoro, specie nelle città di provincia.

Il piccolo Billy vive questa realtà ogni giorno attraverso il padre e il fratello, che sono sempre in prima fila a sostenere i compagni nello sciopero.

Proprio il padre lo iscriverà a un corso di boxe, ma Billy troverà ben più interessanti le lezioni di danza classica tenute da Miss Wilkinson.

Recensione

Il nuovo cinema inglese ha definitivamente scelto da tempo i proletari. Li ha scelti per farci ridere, piangere e riflettere. Li ha scelti anche per una questione storico-scolastica, che rimanda al free cinema degli anni Sessanta.

Pur essendo in buona parte simile a Grazie signora Thatcher (con Ewan McGregor), Billy Elliot funziona innanzitutto per il montaggio, che dinamizza notevolmente la narrazione e viene utilizzato anche per raccontarci lo stato d’animo del protagonista, e poi proprio per l’eccezionale Jamie Bell, uscito fuori da una selezione di oltre duemila ragazzi.

Il suo Billy commuove, ma resta impresso soprattutto per il suo candore e per la sua intelligenza. Non è un film che va a caccia di lacrime facili, questa peculiarità bisogna lasciarla a certo cinema americano… .

Sax Marmotta