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Trama

A poca distanza dal brutale assassinio della studentessa Arantxa in un’altra università spagnola, all’ateneo di Salamanca giunge Álex, che ha presto modo di legare con lo scherzoso Edu e la sua cricca (lo spacciatore Alacrán, Teo, Marcial), con l’intellettuale Trucha e con la provocante Michelle.

Ma dietro l’angolo ci sono nuovi delitti: pare che un killer, travestito con il tipico costume del “menestrello nero”, uccida gli iscritti con il peggior rendimento dopo averli intimoriti tramite chat.

Sul caso indaga il giovane poliziotto Víctor, da subito in contatto con Álex, decisa a vederci chiaro.

La ragazza consulta anche don Justo, prete docente che riconosce qualche rituale nella catena di omicidi.

Recensione

Qualche effettino speciale (assolutamente evitabile), un titolo anglofono (fra poco i distributori, con codesta loro illusione di attirare più pubblico in siffatta maniera, cambieranno pure i nomi dei personaggi e dei luoghi!), et voilà, l’horror estivo iberico è servito.

E chi se ne frega se alla fine, per volere “strabiliare” il pubblico, manca qualche tessera del puzzle o se gli attori, altrove più validi, sono quasi tutti troppo stagionati per fare gli universitari (a parte Fele Martínez, che però interpreta un altrettanto poco credibile poliziotto).

In più, il trailer lascia intendere, chissà perché, che Arantxa (Maribel Verdù, già altre volte in cartellone con Jorge Sanz), presente solo nel preludio, sia la protagonista del film, a completo scapito della bella Silke.

Contenuti? Una scena efferata, magari di mestiere, qua, uno spruzzo di sangue là, tanti simboli e riferimenti pseudo-culturali… I registi adoperano dosaggi sbagliati e sfoggiano, con macabra ma sterile ironia, un numero esiguo di trovate spesso già utilizzate.

Una su tutte: gemiti di piacere scambiati per rantoli di morte, e viceversa.

Max Marmotta