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Trama

La spogliarellista Laura Bartelli sta per cambiare vita: il paesaggista Marco Tisserand, suo grande ammiratore probabilmente mai stato con una donna, le ha proposto di andare a vivere con lui nei pressi di Lione.

Così, dopo la sua ultima esibizione al Moon Side, la stripteaser fa per tornare a casa in auto. Ma lo scoppio di una gomma cambia i rosei progetti futuri: Laura si sveglia dopo un lungo coma priva di udito, con una mano ustionata e una enorme cicatrice sul ventre.

Al suo fianco c’è ancora Marco, sempre disposto a tenerla con sé. I due si amano profondamente, e Laura, che tenta di tenersi in contatto postale con l’ex-collega Doris, a lungo andare non prova più vergogna a mostrarsi nuda davanti al partner.

Sei anni dopo, quando il loro figlioletto Jeannot va già a scuola, uno strano episodio rivela che il bambino, molto legato al suo cagnetto Kiki, pensa di essere una femminuccia.

È una scintilla che porterà a scoprire i molti segreti di Marco.

Recensione

Anche se la pubblicità e lo sciocco titolo nostrano tengono a sottolineare la pallida componente erotica di questo thriller (così come gli stessi esaltavano l’inesistente romanticismo di M’ama non m’ama della Colombani), ci troviamo di fronte ad un’opera sostanzialmente raffinata e diretta con buone idee (la rappresentazione dello scorrere degli anni, la disperata comunicazione con torcia tra madre e figlio) dal regista François Hanss, che ha lavorato a stretto contatto con lo sceneggiatore Arthur-Emmanuel Pierre.

I dialoghi sono puntuali, la prima sequenza (con la voce di Laura che legge al pubblico la sua lettera a Doris) opportunamente fuorviante e gli attori perfetti: di Torreton (Capitan Conan, Ricomincia da oggi) già sapevamo, ma è bene sottolineare ogni tanto pure la bravura di Emmanuelle Seigner, che non vuole essere ricordata solo come signora Polanski.

I nodi al pettine, purtroppo, vengono a mente fredda, forse per sviste di montaggio: svelati tutti gli enigmi, le bruciature e la sordità di Laura rimangono senza apparente spiegazione; inoltre, una trama talmente intrigante poteva evitare un simile eccesso di casualità (il colloquio tra il neuropsichiatra e la protagonista, il suo fortuito incontro con Doris, il ritrovamento di una videocassetta illuminante).

E ancora: possibile che la rutilante conclusione della vicenda non abbia comportato conseguenze o quantomeno rischi penali per nessuno dei personaggi? Peccato, perché è davvero un film che vale comunque la pena di vedere.

Max Marmotta