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Trama

Scoppia una nuova guerra tra le triadi di Hong Kong. Il responsabile principale delle indagini, l’ispettore capo Lee, deve dividersi tra il pedinamento dell’ex-poliziotto neo-uomo d’affari Ricky Tan, le pretese del collega e amico losangelino James Carter, deciso a godersi la sua vacanza in Cina, e l’ostruzionismo dei servizi segreti americani, allarmati dall’esplosione di una bomba presso l’ambasciata.

Presto i due detective scoprono di avere a che fare con falsari professionisti, in possesso di matrici originali di biglietti da cento dollari, probabilmente capeggiati e finanziati dal miliardario californiano Steven Reign, vecchia conoscenza di Carter.

Recensione

A.A.A. Trama disperatamente cercasi. Non che i soggetti delle precedenti fatiche dell’agilissimo Jackie Chan brillino per originalità, ma riguardo a questo sequel (di Rush Hour – Due mine vaganti, sempre diretto da Ratner con grande successo ai botteghini americani) si può affermare con certezza che lo sceneggiatore e il regista potevano spremersi di più le meningi anziché clonare interamente, persino nelle sequenze d’azione, lo script originario di Ross LaManna e Jim Kouf.

Sebbene le coreografie di Chan (Lee, sporadicamente sostituito da stuntmen) continuino a mantenere una valida vena comico-spettacolare, risentono ancora una volta della presenza di Chris Tucker (Carter), attore dotato di notevoli potenzialità sfruttate, al momento, solo in una trita e sguaiata imitazione di Eddie Murphy/Axel Foley.

Sax Marmotta