Trama

Una ricognizione nell’arco di una giornata per le strade e per gli autobus di Roma. L’indolenza dei nativi della capitale è al centro dell’attenzione, ma parecchi sono gli sguardi specifici rivolti agli immigrati, agli anziani, ai barboni.

Fra le varie avventure quotidiane, l’inchiesta di un giornalista impiccione, le tribolazioni amorose di una casalinga, la vergogna di un neo-disoccupato, il livore di un vecchio che sta per finire in una casa di riposo, la strana visita al cimitero di una sorta di medium, lo smarrimento di un bimbo alla Festa dell’Unità, il razzismo poco latente di un barista e le tenerezze familiari dell’attrice Stefania Sandrelli.

Recensione

Esperimento a metà tra commedia e documentario, girato in video e riversato in pellicola, per Ettore Scola, arricchito da partecipazioni illustri e piacevoli, da Sabrina Impacciatore a Salvatore Marino, da Antonello Fassari all’immancabile Rolando Ravello, dall’insuperabile Arnoldo Foà a Fiorenzo Fiorentini, purtroppo scomparso subito dopo le riprese; senza dimenticare le apparizioni involontarie di Dario Fo e Nanni Moretti e quelle volontarie di Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e Luca Barbarossa (e dovevano esserci pure Gigi Proietti e Alberto Sordi, al quale il film è dedicato).

Si può solo constatare che pur nell’ambito del prodotto ad episodi il regista sa (sapeva?) fare di meglio, dato che qui farsa e dramma si mescolano alquanto male.

Della prima categoria fa parte la comunque riuscita scena del bingo, mentre alla seconda appartengono la sequenza del barista intollerante e un altro momento piuttosto intenso, quello “rubato” (il famoso –e citato– “pedinamento della realtà” zavattiniano) dei test per l’Alzheimer.

Aleggia un po’ di poesia nell’inquadratura finale, mentre la parte al cimitero, con un aldilà da barzelletta che sembra rinnegare “’A livella” di Totò, suona sprecata.

Max Marmotta