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Trama

Rennie Cray è un ex-medico che gira in lungo e largo gli Stati Uniti, a bordo della sua auto truccata, a caccia del pirata della strada Fargo che, cinque anni prima, ha investito di proposito sua moglie.

Per un lungo periodo, infatti, il folle automobilista ha mietuto numerose vittime, organizzando anche disastrosi incidenti in diverse località, impedendo così alla polizia stradale di sospettare di un unico individuo.

Rennie, che conosce la verità, decide di usare come esca Molly, unica superstite di una strage commessa da Fargo.

Ma anche l’analista del traffico Macklin, dopo avere steso la perizia di quel sinistro, intuisce qualcosa e inizia a pedinare la ragazza.

Recensione

Dopo avere esordito nel 1986 con il thriller/road movie The Hitcher (a sua volta ispirato a La belva dell’autostrada), Robert Harmon decide di tornare sull’argomento, seguendo l’onda delle mode più recenti, senza però sottovalutare il pubblico alla stregua dei Fast and Furious e dei loro cloni.

Per quanto Highwaymen sfrutti le atmosfere vecchiotte e sulfuree di Duel e de La macchina nera, può al contempo vantare una confezione impeccabile, che fa impallidire i prodotti più recenti, colpevolmente concentrati sull’elemento spettacolare.

Per una volta, infatti, il montaggio serrato coinvolge l’intera opera, riducendone al minimo indispensabile la durata, gli effetti digitali sono utilizzati con discrezione e i drammi personali dei personaggi risultano autentici.

E il viso perennemente triste di Jim Caviezel (Rennie) serve del tutto allo scopo. Insomma: il genere che lanciò Spielberg nel ’71 riacquista la sua dignità e ci ricorda le sue radici trash tramite un finale con Frankie Faison (Macklin) protagonista.

Sax Marmotta