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Recensione

Adam Jones è il nome del protagonista nonché il primo titolo (poi cambiato) dell’opera più recente di John Wells (I segreti di Osage County): uno straordinario chef pieno di vizi che, dopo avere gettato alle ortiche (anche per colpa di un temperamento irruento) una lanciata carriera a Parigi, si reca a Londra, “autoriabilitato” da un lungo periodo di esilio (passato a sgusciare ostriche) e intenzionato a risalire la china.

Trova vecchi e nuovi collaboratori disposti a dargli (e perfino a fargli) credito e (ri)avvia un ristorante, allo scopo sfacciatamente dichiarato di agguantare l’ambita terza stella Michelin, massimo riconoscimento per un cuoco.

La sceneggiatura di Steven Knight si affida a un personaggio orgogliosamente sgradevole, e va bene così.

Accanto alla faccia da schiaffi di Bradley Cooper, che affronta il ruolo alla perfezione, c’è poi un funzionale cast internazionale di comprimari (da Daniel Brühl a Sienna Miller, da Alicia Vikander a Omar Sy, da Riccardo Scamarcio a Uma Thurman a Emma Thompson…); roba da fare invidia a un kolossal, altro elemento rafforzativo.

Tutt’al più, ci si può lamentare del superamento “facilone” di alcuni ostacoli, presentati come insormontabili, quindi risolti nel giro di mezza scena.

Ma diciamoci la verità: non è grave. Il film scorre comunque, e tanto basta.

Max Marmotta