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Recensione

Presa a prestito un’idea di messinscena già collaudata nei vari Nightmare e Insidious (con qualche pizzico di Sotto Shock o Il tocco del male), il non eccelso regista Brad Peyton (Cani & gatti – La vendetta di Kitty, Viaggio nell’isola misteriosa, San Andreas), non abbastanza coadiuvato dallo sceneggiatore Ronnie Christensen (Passengers – Mistero ad alta quota), imbastisce un horror tanto volenteroso quanto dimenticabile.

I due elementi che lo distinguono: il fatto che l’esperto sensitivo (non esattamente un esorcista) Ember, alias Aaron Eckhart, costretto su una sedia a rotelle per un incidente (mortale per i suoi cari) causato dall’entità maligna che lui chiama Maggie (e che finalmente rincontra in un nuovo caso), non consideri i suoi pazienti dei posseduti, bensì delle persone da guarire, svincolando il plot dagli usuali percorsi religiosi (però in tal senso si ravvisano delle contraddizioni, sin dall’immagine sul manifesto); l’atmosfera da revenge movie che attraversa tutto il film.

Abbastanza per non liquidare frettolosamente un prodotto volutamente di serie B, ma anche per non dichiararsi troppo soddisfatti.

Tante le avvenenti e zelanti attrici coinvolte, dall’olandese Carice van Houten (Black Book), madre del ragazzino “infestato”, alla colombiana Catalina Sandino Moreno (Maria Full of Grace), serissima inviata del Vaticano, da una collaboratrice del protagonista, Emily Jackson, all’escort immaginaria Breanne Hill.

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Max Marmotta