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Trama

A Belgrado sorge un modernissimo supermercato, costruito, organizzato, condotto secondo il modello in voga negli Stati Uniti.

La petulante direttrice è fissata con i dettagli e tiene in riga tutte le cassiere, in particolare le ciarliere Ljubica, le cui forme generose captano spesso l’attenzione dei clienti, e Fragola, decisamente più trasandata.

Quando la prima fa l’ennesima conquista, ovvero l’ispettore Nebojsa, l’altra per tutta risposta maltratta una vecchina, la cui unica colpa è essersi presentata a comprare gli ingredienti per preparare la torta di compleanno al nipote dopo l’orario di chiusura.

Il giorno dopo irrompe nel coloratissimo centro il forsennato reduce di guerra Marko, armato ed intenzionato a vendicare il torto subito la sera prima da sua nonna.

In un’azione confusa e rocambolesca, prende in ostaggio i presenti. A trattare con il folle giunge proprio Nebojsa.

Recensione

Prodotto –e si percepisce– da Emir Kusturica (che ritaglia per sé lo spassoso cameo dell’intransigente generale), l’esordio di Milić è un’aggressiva presa in giro del dilagante americanismo, evidentemente sbarcato di prepotenza con i suoi falsi miti pure negli ancora doloranti Balcani.

Sotto uno strato farsesco (con scivolate rovinose e stelle e strisce che si confondono) in cui il product placement per una volta sembra funzionare al contrario, dietro la gustosa e irriverente derisione dei reboanti action movies d’oltreoceano, si mostrano la provvisorietà del consumismo e l’instabilità dei miti basati su tenori di vita assolutamente diversi.

La bellezza atipica (e perciò più seducente) di Branka Katić e la stralunata mimica di Srdjan Todorović (chi se li ricorda in Gatto nero gatto bianco?) abitano un supermarket che pare quasi un’ambasciata, assediato com’è dalle teste di cuoio: paradossalmente, si finisce per “tifare” per lo sprovveduto sequestratore, fermo restando che il suo exploit iniziale è universalmente condannabile.

“Jagoda” è stato tradotto direttamente dal serbo-croato in “Fragola”; fate attenzione, c’è anche un “Limone”… .

Max Marmotta