
La sorgente del fiume
- Theodoros Angelopoulos
- Alexandra Aidini, Giorgos Armenis, Nikos Poursanidis, Vasilis Kolovos
- Amazon Prime, Da Riscoprire, Drammatico, Sentimentale, Storico
- Francia, Germania, Grecia, Italia
- 20 February 2004
Trama
In un piccolo villaggio greco, situato nei pressi della foce di un imponente fiume, giunge, nel 1919, un nutrito gruppo di profughi scacciati da Odessa, dove erano insediati, dall’Armata Rossa.
Fra loro, Spiros con sua moglie e il suo figlioletto Alexis, e con una bambina di nome Heleni, raccattata accanto al cadavere della madre.
Gli anni passano e Spiros, rimasto vedovo, vuole sposare Heleni. Il giorno delle nozze questa scappa, incinta, con l’innamorato Alexis. Riparati a Salonicco, i due mantengono i gemelli appena avuti, Yorgis e Yannis, grazie al talento del ragazzo nel suonare la fisarmonica; infatti, sbarca il lunario insieme ai musici ambulanti guidati da Nikos.
Mentre Spiros continua a cercare la coppia di fuggiaschi, gli eventi storici e individuali si susseguono: una grande alluvione, la partenza di Alexis per l’America in cerca di fortuna, la nuova guerra, le prepotenze fasciste, la prigionia di Heleni, il conflitto civile che oppone i due fratelli.
Recensione
Dopo la trilogia sul XX secolo appena avviata da Peter Greenaway, eccone cominciare una nuova sullo stesso argomento a cura di un altro acclamato regista europeo, Théo Angelopoulos, il quale mantiene il proprio stile contemplativo, con infiniti piani fissi che rispecchiano un gusto pittorico o, a volte, da celebrazione religiosa.
Quello che colpisce di più in questo film maestoso, suggestivo, ipnotico, lento è la capacità di mostrare attraverso immagini indimenticabili (il funerale sull’acqua, il riconoscimento dei caduti) l’insensatezza della guerra, spiegata attraverso la sua accezione “fratricida” (sono addirittura i gemelli a combattersi), una ferocia raccontata per cenni (si pensi pure al pertinente eccidio delle capre), contrastata dal biancore delle lenzuola stese e, per quanto possibile, dalla letizia e dalla festosità della musica (un po’ come in Kusturica, “avversario” del cineasta greco al festival di Venezia ’95).
I fratellastri braccati, bisognosi di un ulteriore “estuario” per vivere, conducono lo spettatore in un lungo viaggio apparentemente senza speranza, che si interrompe, momentaneamente (per qualcuno sarà un sollievo) nel 1949.
Già durevole, la pellicola, presentata a Berlino, ha subito dei tagli nell’edizione italiana.