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Trama

Cina, primi del XIX secolo. Li Mu Bai è un grande combattente e un rispettato maestro; stanco delle battaglie e della vita del guerriero errante, vorrebbe concentrare la sua attenzione sulla bella Yu Shu Lien, guerriera a sua volta.

Il furto della sacra spada di Mu Bai, il Destino Verde, porterà la coppia a Pechino. Presto verranno a galla strane relazioni tra il furto, l’assassina Volpe di Giada e la giovane figlia del governatore, Jen, che, alla vigilia delle nozze, riceve la visita del suo antico amore, il predone mongolo Lo.

Recensione

Ang Lee è senza dubbio un regista di gran classe. Dopo essersi rivelato al mondo con opere girate nella sua Hong Kong, sbarca negli States e adatta Jane Austen per poi concentrare la sua attenzione sul mondo americano anni ’70, con qualche eco da Il giovane Holden, e infine realizza un western.

Ora, non contento, si cimenta con un genere nato nel suo paese: il wuxiapian, film di cappa e spada con sfumature fantastiche e molti combattimenti volanti.

L’abilità di Lee trasforma la battaglia in una danza aggraziata (a tratti anche erotica) e arricchisce il tutto con una buona dose di romanticismo, saggezza zen e ironia asiatica che è ben nota a chi apprezza i film di Bruce Lee, Jackie Chan, Takeshi Kitano, John Woo o Quentin Tarantino; resta sempre grande l’attenzione del regista nei confronti del mondo femminile, e facilmente si è rapiti dal fascino delle due protagoniste: Michelle Yeoh e Zhang Ziyi.

Ang Lee, recentemente premiato con il Golden Globe per regia e film straniero, aveva dichiarato che era sua intenzione creare un incrocio tra Pulp Fiction e Ragione e sentimento… Sembra proprio che ci sia riuscito.

Sax Marmotta