
Le Grand Bleu
- Luc Besson
- Jean Reno, Jean-Marc Barr, Paul Shenar, Rosanna Arquette
- Avventura, Drammatico, Sentimentale
- Francia, Italia, Stati Uniti
- 10 May 1988
Trama
Nell’arco di ventitré anni nasce e si consolida l’amicizia tra due patiti del mare: il francese Jacques Mayol e l’italiano Enzo Molinari.
Conosciutisi presso un’isola greca negli anni ’60, si incontrano molte altre volte, tra la Sicilia e la riviera transalpina, per partecipare a gare di immersione in apnea.
Durante le varie sfide emergono il forte spirito di competizione e la grande differenza caratteriale tra i due atleti: Enzo è un uomo espansivo e molto allegro, fanatico dell’agonismo puro, mentre Jacques vive tormentato dal ricordo del padre perso tragicamente.
Nonostante l’impegno ossessivo nel battere record di profondità sempre più rischiosi, quest’ultimo sembra trovare uno spiraglio nella storia d’amore con l’assicuratrice americana Johanna Baker.
Recensione
Ci sono voluti solo quattordici anni e qualche taglio imposto da Enzo Majorca (la versione ufficiale dura infatti 132’, ma c’è anche un director’s cut di 168’) perché anche le nostre sale potessero proiettare uno dei più grandi successi della storia del cinema francese.
Trascurando la lunga polemica tra il campione italiano e il collega Mayol (morto suicida nel 2001), resta solo il rimpianto di non avere apprezzato nel contesto giusto il notevole svecchiamento della cinematografia europea operato dall’allora ventinovenne Besson.
Un viaggio d’introspezione nel protagonista basato su immagini poetiche e crudeli insieme, accomunate dal medesimo scenario e da innovative (allora) tecniche di ripresa, commentate dalla musica di Éric Serra.
Un’opera preziosa, con un Jean-Marc Barr (Mayol) in stato di grazia, interprete di un carattere che vive uno struggente rapporto di amore-odio con il mare; mentre, prima o poi, tutto ciò che si trova al di fuori di esso è oggetto di semplice indifferenza, tranne forse l’amicizia con Enzo, personaggio decisamente più leggero, fondamentale per rispettare determinati tempi e interpretato con autoironia, più che con boria (almeno secondo questo montaggio), da un eccezionale Jean Réno.
Il primo riuscito connubio, padre di successivi tentativi meno efficaci, tra la scuola di chi il cinema lo ha inventato e di chi invece ne ha fatto un’industria, rappresentato da una Rosanna Arquette (Johanna) all’apice della carriera.