
L’odore del sangue
- Mario Martone
- Fanny Ardant, Giovanna Giuliani, Michele Placido, Sergio Tramonti
- Drammatico, Thriller
- Francia, Italia
- 2 April 2004
Trama
Carlo è un giornalista alle prese con un libro sulla sua esperienza di reporter di guerra. Non vive quasi mai con sua moglie Silvia, architetto, nel loro appartamento romano; preferisce stare nella sua casa di campagna con l’amante dichiarata (e più giovane) Lu, minuta e androgina, impiegata in un maneggio.
Quando Silvia racconta per telefono al coniuge, durante una delle loro frequenti chiacchierate, che pure lei ha avviato una storia con un giovanotto violento, Carlo ne resta incuriosito, anzi ossessionato, al punto di voler sapere, nel corso dei successivi incontri, ogni dettaglio, anche morboso, sulla relazione.
Silvia è evasiva ma evidentemente appagata. Un giorno chiede addirittura al consorte di andare a vivere altrove. Sempre più contrariato, il cronista si rifugia dall’amico Sergio.
Recensione
Diversa da quanto Mario Martone, assente dal grande schermo dai tempi di Teatro di guerra (1998), abbia girato finora, ma coerente con la sua filmografia (benché manchino i volti a cui ci ha abituato), la pellicola è ispirata da un romanzo postumo di Goffredo Parise (deceduto nel 1986), il cui tradimento principale è costituito dall’ambientazione nella Roma odierna (anziché degli anni ’70).
Una sorta di autobiografia dello scrittore, forse una nebulosa confessione che si traduce nello stato d’animo di prevalente precarietà del protagonista, un uomo che, per definizione, non capisce i bisogni della compagna, non si spiega la complicità che sente per lei Lu (che neppure la conosce), che, in cerca di verità, rimira le prostitute e si lascia sopraffare dai sogni in una soffocante, inconscia rielaborazione delle sue paure.
Le due donne di Carlo, il quale, tra l’altro, non si fa affatto sfiorare dal dubbio che il rapporto tra Silvia e il suo amante maledetto possa essere solo immaginario (non per niente il ragazzo in questione non si vede mai, quasi fosse un’arma per combattere l’estinzione di un matrimonio), sono antitetiche, una umile, l’altra altolocata; quando quest’ultima improvvisamente “rifiuta” il suo ruolo, diventando persino sboccata, l’uomo, sino a quel momento favorevole alla sua libertà, sente il peso del tradimento, comincia a guardarla con nuovi occhi.
Un effetto sgradevole ricercato (e amplificato dalla presenza, verso l’inizio, di una scena di sesso molto eplicita) e necessario per la progressione drammatica del lungometraggio.
Bravissimi i tre attori principali, per quanto la Ardant, che si esprime in ottimo italiano, ogni tanto dia la sensazione di recitare a memoria.
Lo scenografo (anche di quest’opera) Sergio Tramonti interpreta l’amico che ospita Carlo.