
L’ultimo treno
- Yurek Bogayevicz
- Haley Joel Osment, Liam Hess, Richard Banel, Willem Dafoe
- Commedia, Drammatico, Sentimentale
- Polonia, Stati Uniti
- 1 January 2001
Trama
Cracovia, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. Il piccolo Romek, ebreo, per sfuggire alle persecuzioni viene nascosto dai suoi genitori in un sacco di patate e portato via dal contadino Gniecio, che lo accoglie nella sua famiglia cristiana facendolo passare agli occhi dei sospettosi vicini per un lontano parente.
Il campagnolo, che pasce in gran segreto un maiale (se i tedeschi lo scoprissero, lo fucilerebbero), ha moglie e due figli, Vladek, che non gradisce la presenza del nuovo arrivato, e il minore Tolo, che invece gli si affeziona.
Impaurito dal nuovo ambiente e dalle prepotenze naziste, il bambino trova conforto nella bizzarra Maria, fidanzatina di Vladek, e in un sacerdote che gli impartisce il catechismo.
Recensione
Gli intenti sono nobili e inattaccabili, i risultati lasciano alquanto a desiderare. Sarà perché il regista di origine polacca Yurek Bogayevicz (Anna, Tre di cuori, Uscita di sicurezza) non è mai stato un narratore brillante (nonostante in questo caso senta molto ciò che racconta), ma questa drammatica vicenda all’interno dell’Olocausto lascia troppi particolari in sospeso per colpire davvero.
Forse bisognava andare più a fondo, non mitigare in maniera televisiva alcuni episodi brutali o cercare di evitare, verso la fine, le somiglianze con Europa Europa della Holland.
Critiche che si muovono a malincuore, poiché l’inizio è abbastanza forte e non mancano sequenze che esprimono adeguatamente l’odio, il senso di sacrificio (soprattutto nelle convinzioni mistiche del minuscolo Tolo) o di impotenza, la comprensione o la solidarietà (come nella scena delle ostie sconsacrate, a cui probabilmente allude il titolo originale).
Carente il doppiaggio italiano, che pure annulla i bisticci dei soldati tra tedesco e inglese. Osment, per quanto spaesato, è sempre notevole.