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Trama

Marie-Jo vive a Marsiglia, per lavoro accompagna i malati in ospedale (come l’alcolista diabetico Jean-Christophe) e vuol bene alla sua famiglia: il marito capomastro Daniel e la figlia studentessa Julie, nonché il fidanzato di quest’ultima, Sylvain.

Ma la donna ha anche un amante, il pilota di navi Marco, giramondo e musicofilo, con il quale si incontra appena può.

Il tradimento, nascosto con candore, non può protrarsi a lungo, e Marie-Jo, intimamente disperata, sa che prima o poi dovrà scegliere.

Causando dolore.

Recensione

Ancora Marsiglia, di nuovo il suo porto, una volta di più la sua troupe preferita: Robert Guédiguian continua a spaziare da un genere all’altro senza mai cambiare sfondo.

Qui propone con eleganza una situazione usurata, pedina una famiglia come tante, immersa nella sua normalità e nei grattacapi di tutti i giorni; finché non scopriamo che Marie-Jo si vede con un altro uomo, anche lui alle prese con l’arido tran-tran quotidiano.

Il regista riesce persino a dimostrare la legittimità di questa scelta, la sua ineluttabilità, e in quest’ottica la quiescenza del marito Daniel (un Darroussin finalmente convincente in pieno, misurato e rassicurante) assume un significato profondo, che dimostra l’intensità dei suoi sentimenti, paragonabile a quella degli altri due personaggi.

La figlia Julie, per contro, non può immaginare cosa significhi amare a tal punto. In questo suo anomalo trattato, Guédiguian dà rilievo alle canzoni che si ascoltano nell’arco della vicenda e si affida a tempi riflessivi (talvolta troppo).

Il nudo, mai così esibito nei suoi film, sottolinea la schiettezza dei tre protagonisti, sempre gente comune esposta ai fortunali dell’esistenza.

Quanto al finale, era annunciato nel tono, non nelle modalità, che potevano essere un migliaio (sembra quasi scelto all’ultimo momento, e non è un difetto).

Volutamente insistito l’impiego dei cellulari. Il cancello cigolante è un simbolo della coppia.

Max Marmotta