
Marina
- Stijn Coninx
- Donatella Finocchiaro, Evelien Bosmans, Luigi Lo Cascio, Matteo Simoni
- Drammatico, Musicale, Sentimentale
- Belgio
- 6 November 2013
Recensione
Originari delle parti di Cosenza, i Granata – madre (remissiva nell’aspetto ma alla fine fondamentale la Finocchiaro), figlio e figlia – raggiungono il capofamiglia (un sorprendentemente aderente Luigi Lo Cascio) in Belgio, dove l’uomo, partito pochi anni prima e per nulla integratosi, fa il minatore.
È l’inizio degli anni ’50, c’è povertà e diffidenza verso lo straniero. I bambini fanno buon viso a cattivo gioco, ma è soprattutto il maschio (Cristiaan Campagna da piccolo, il notevole Matteo Simoni da adolescente) a sentire la spinta verso un’alternativa di vita.
Impara a suonare la fisarmonica, con cui già si dilettava il genitore, e comincia a esibirsi, perlopiù di nascosto dai congiunti.
Mentre, con fatica, arrivano le prime gratifiche, si sviluppano i sentimenti per una bionda fiamminga (Evelien Bosmans), apparentemente irraggiungibile e causa indiretta di alcuni guai.
La biografia del cantante emigrato Rocco Granata (che appare nella particina del venditore di strumenti), autore della hit internazionale che dà il titolo al film (e già protagonista di un omonimo musicarello tedesco del 1960), non aggiunge o toglie nulla ai classici impianti narrativi, specialmente quelli in cui si parla di conflitti familiari e di rivalsa.
Però è condotta bene da Stijn Coninx (anche autore della sceneggiatura insieme a Rik D’Hiet), non proprio l’ultimo arrivato (Padre Daens), e l’impronta produttiva dei fratelli Dardenne, poco inclini, nelle pellicole che dirigono, a distaccarsi dal realismo, in qualche modo si sente.