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Trama

Per troppo zelo, la piccola truffa che il giovane Juan sta mettendo a segno in un supermercato va a monte.

Interviene il più maturo ed esperto Marcos, che lo tira fuori dai guai. Dal casuale incontro nasce, in seguito a qualche chiacchiera e ad alcune dimostrazioni di abilità da parte di ciascuno dei due, una specie di società della durata di un giorno: attraverso una soffiata, i due apprendono che è in città (Buenos Aires) un danaroso collezionista, Vidal Gandolfo, residente nel lussuoso hotel in cui lavorano i fratelli di Marcos, la bella e inacidita Valeria e l’ammirato Federico; l’uomo è disposto a sborsare una bella cifra per una serie di francobolli difettosa, le “Nove Regine”.

Attraverso i suoi contatti e la sua “arte”, la neo-coppia di soci, dribblando vari collaboratori semi-improvvisati che reclamano una fetta del bottino, sta per conseguire l’obbiettivo… .

Recensione

Si direbbe che il promettente Fabián Bielinsky sia andato a scuola da Mamet (la struttura di questa sua pellicola, senza voler rivelare troppo, ricorda da vicino quella de La casa dei giochi) e abbia visto molte pellicole in stile Big Fish.

Un confronto a due serrato, un gioco ingannevolmente a carte scoperte in cui si sa che uno tende a buggerare l’altro.

La regia è accorta (notare come Juan assista quasi con discrezione ad alcuni confronti tra il suo socio e i suoi compari) e i dialoghi salaci, mentre gli attori si spostano sornioni da una scena all’altra.

Ricardo Darín (Marcos), in particolare, ha proprio l’aria compassata della simpatica (ma non sempre) canaglia, mentre Leticia Brédice (Valeria) esprime con convinzione il suo astio nei confronti dell’ipocrita fratello.

Insomma, una buona pellicola di genere che sorprende tanto più se si pensa che dall’Argentina ci arrivano spesso austere, e meritorie, opere festivaliere.

Max Marmotta