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Trama

In un paese della campagna emiliana vengono alla luce contemporaneamente (il 16 aprile 1927) Adele e Marcello.

I bambini crescono insieme e si vogliono bene, tanto che all’età di dieci anni, con la complicità del chierichetto e futuro sacerdote Loris, un po’ più grande di loro, si “sposano” scambiandosi due anelli di gomma.

Passano gli anni, scoppia la guerra e i due sono costretti a separarsi. Si ritrovano casualmente: lei è incinta dell’uomo che sposerà, un irlandese, mentre lui studia per diventare avvocato.

Nuovi eventi li dividono: Adele partorisce Jane e Marcello, destinato ad una brillante carriera, s’imbatte nel caso di Irene, una donna abbiente abbandonata dal marito e rimasta con l’instabile figlia Marianna.

Loris continua a fare da tramite fra i due, anche se l’amico legale è più sfuggente.

Recensione

Il sito ufficiale asserisce che si tratta di fatti veri. Probabilmente lo spunto, qualche personaggio, alcuni eventi, distribuiti lungo quarant’anni di storia nostrana, sono reali; per il resto, il lavoro dell’esordiente Ambrogio Lo Giudice, proveniente da esperienze nel mondo del videoclip e della pubblicità, sfoggia un incedere patinato più adatto al piccolo che al grande schermo.

Perlomeno, è così per un buon 75 % della pellicola, attraversata dal tema ricorrente del divorzio, che sul finire si impenna leggermente e può persino arrivare a commuovere.

Non è tanto la storia d’amore abbastanza improbabile ad irretire, né le performance di Stefania Rocca o di un irriconoscibile Marco Cocci dei Malfunk, per la prima volta privo dei treccioni rasta, e neppure la partecipazione di una promettente Fiorella Mannoia (Irene).

Semmai, gli assi nella manica del film sono uno Zingaretti in simbiosi con il suo personaggio (Loris, che è anche quello scritto meglio), e le musiche originali di Lucio Dalla, capaci di entrare dentro lo spettatore.

Il resto si dimentica facilmente.

Max Marmotta