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Trama

Ricoverato in un policlinico napoletano, reparto gastroenterologia, per degli accertamenti, Adriano fa la conoscenza dei suoi compagni di stanza (la n. 104): l’insegnante Guido, il fruttivendolo Ciro, l’ex-bancario Armando e Vincenzo, un vinaio in catalessi da due settimane.

Esasperato dai modi freddi e bruschi del primario Sorvino, che spesso nega ai suoi pazienti anche le più banali informazioni sul loro stato di salute, il gruppetto decide di organizzare una saporita “cena di protesta” di sabato sera, quando il personale è ridotto.

Ovviamente, le ricche pietanze preparate di comune accordo sono più che pericolose per gli ammalati in questione.

Recensione

Sono diversi i riferimenti cinematografici che vengono in mente dalla visione del nuovo lavoro di Vincenzo Terracciano (Per tutto il tempo che ci resta), sanitariamente sconsigliabile: il nutrimento come consapevole autodistruzione ricorda La grande abbuffata, la solidarietà tra ricoverati (di altro tipo) rimanda a Qualcuno volò sul nido del cuculo, mentre la scarsa umanità dei dottori è il tema di Un medico, un uomo; ma il legame più forte, soprattutto per la garbata denuncia al carente sistema ospedaliero, è quello con il consimile (anche per la presenza del calibrato Antonio Catania) In barca a vela contromano, che per dirla tutta godeva di una sceneggiatura più solida.

Non tutto è credibile (gli infermieri Enzo e Maria sono sempre di turno?) e la tentazione di scadere nel patetico attraverso il commento musicale è molto forte (per tacere dell’inutile e “spiegato” richiamo a John Ford).

Tuttavia, il cast formato da bravi caratteristi (finalmente un ruolo consistente per Javarone) regge e la lettura quasi onirica della ribellione alle umiliazioni, alle attese vane e alle raccomandazioni è piuttosto corretta; insomma, almeno c’è un minimo di quel cuore che manca ad altri film meglio realizzati.

Gianni Ferreri (il nevrotico ispettore) sembra perpetuare i personaggi di Tre mogli e Mari del sud. Rocco Papaleo canta “Mambo per chi non ha le gambe”.

Max Marmotta