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Trama

Abbandonata la natìa Saint Louis in seguito a un tragico evento, Meg Kennedy si trasferisce a New York presso la casa della nonna.

Tramite la raccomandazione della signora Saladino, che da tempo accudisce l’anziana parente, trova lavoro come cameriera in un raffinato ristorante italiano, gestito dal severo Johnny.

Meg deve sudare sette camicie per guadagnarsi la fiducia del datore di lavoro e della selezionata clientela, ma grazie all’aiuto delle colleghe Raychel e Kate riesce ad inserirsi perfettamente.

Scopre però che il ristorante funge da copertura per i traffici illeciti della famiglia Santalino.

Recensione

Come nella sua precedente prova Moonlight & Valentino, Anspaugh sceglie di incentrare il film su un’alleanza tutta al femminile, con i tratti evidenti di una sorellanza rafforzata magari da un dolore personale, senza tentare nemmeno una variazione che lo distacchi dal mestiere.

In sostanza una conferma del suo modo di intendere la cinematografia: minima attenzione per il sociale, essenziale tocco professionale e grossolana cura per lo script il quale, in questo caso, ricalca le ingenuità tipiche del prodotto televisivo multigenere.

Né retorica né graffiante né coinvolgente, la pellicola si trascina stanca verso il prevedibile e melenso finale insieme alle tre protagoniste, tra le quali si salva –ma non sempre– solo Mira Sorvino (Meg), che per l’occasione sfodera qualche battuta in napoletano.

Molto lontani ormai i tempi di Colpo vincente, sincera e migliore opera di Anspaugh grazie soprattutto alle interpretazioni di Gene Hackman e Dennis Hopper.

Sax Marmotta