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Trama

Timido segretario in una ditta di abbigliamento per animali, Dave Buznik trascina la sua esistenza senza riuscire a imporsi sul dispotico superiore e rimandando continuamente il matrimonio con la fidanzata Linda.

Per un equivoco con un’assistente di volo, finisce in tribunale e viene costretto a partecipare ad alcune sedute di una terapia di gruppo sul controllo della rabbia, gestite dal famoso dottor Buddy Rydell.

Un successivo incidente, con relativa nuova condanna, obbliga Dave, che rischia un anno di galera, a optare per trenta giorni di full immersion nel metodo Rydell.

Il luminare si trasferisce così a casa sua e comincia a seguirlo ovunque ventiquattr’ore su ventiquattro.

Recensione

Dopo lo splendido film di Spike Lee, ecco il simpatico Adam Sandler (Dave), reduce dalla bella prova in Ubriaco d’amore, che cerca a sua volta di analizzare gli Stati Uniti post-11 settembre.

E lo fa nel modo che più gli si addice: circondandosi dei soliti fidati collaboratori, partecipando alla produzione e confezionando così un’opera con piccole dosi di buonismo, semplici trovate comiche e una lunghissima lista di partecipazioni straordinarie, per lo più non accreditate.

Ma il risultato, per una volta, è più gradevole che in passato. Senza dubbio le presenze di un Jack Nicholson (Buddy Rydell) in piena luciferina forma e di una Marisa Tomei (Linda) dolce come mai innalzano il livello del prodotto.

Sebbene ciò che certamente non ha precedenti è la cura riservata al sottotesto. L’auspicabile America frutto della lettura sandleriana supererà quindi l’esame per il controllo della rabbia; a patto di responsabilizzarsi, di puntare sul dialogo e non sulla mediazione di famelici avvocati, su una voglia di scherzare anche infantile e non sulla violenza (si vedono solo due pistole, per giunta caricate ad acqua).

Sax Marmotta