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Trama

Jim Doyle è un abile matematico, esperto di econometria, creatore di Betsy, un software basato sulla teoria dei frattali in grado di prevedere gli andamenti del mercato.

L’amministratore delegato della CentaBank di Melbourne, Simon O’Reilly, lo assume mettendogli a disposizione un avveniristico e potente apparato tecnico, al fine di eliminare le ultime imperfezioni del progetto e utilizzarlo in seguito per sbaragliare la concorrenza.

Durante il lungo e faticoso lavoro, Jim si lega alla bancaria Michelle, che non ha particolare simpatia per O’Reilly, e si imbatte nella famiglia Davis, reduce da un lutto e impegnata in una causa contro la CentaBank.

Recensione

Un soggetto interessantissimo, più che politicamente scorretto, con un finale a sorpresa ricco di ideali rivoluzionari e di giustizia, supportato da un discreto stile narrativo a base di fluidi movimenti di macchina e intere schermate invase da coloratissimi frattali.

Se le reali intenzioni del protagonista sono rivelate dal nastro di Moebius, tracciato continuamente su qualsiasi superficie, allora ci sfuggono quelle della sceneggiatura.

Connolly, probabilmente più preoccupato della confezione, sviluppa l’opera secondo una fastidiosa asimmetria, che vede la prima parte intrisa di ingenuità degne di una fiction televisiva, ma la seconda ben più intrigante e avvincente, anche nel suo finale dal vago sapore western.

Una tragica costante è invece la banalità dei dialoghi e di alcune battute, soprattutto del clone australiano di Gordon Gekko, Simon O’Reilly (Anthony LaPaglia).

Seconda coproduzione australiana di Domenico Procacci dopo E morì con un felafel in mano.

Sax Marmotta