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Trama

A causa di strani avvenimenti atmosferici, osservati durante una spedizione al Polo Nord, il paleoclimatologo americano Jack Hall ipotizza l’avvento di una glaciazione.

Lo scioglimento della calotte polari, a causa dell’effetto serra, ha difatti innalzato la percentuale di acqua dolce negli oceani destabilizzando il clima.

I suoi timori sono condivisi dallo scienziato Terry Rapson, il quale ha documentato un rapido abbassamento della temperatura marina.

E la prima conseguenza del fenomeno sarà una tempesta globale che farà piombare il pianeta in una nuova Era Glaciale.

Mentre cerca inutilmente di allarmare la Casa Bianca, che decreta l’evacuazione generale in ritardo, Hall deve riuscire a raggiungere New York per salvare il figlio Sam, bloccato dalla bufera nella biblioteca pubblica di Manhattan.

Recensione

Autore di roboanti e discutibili blockbuster di successo, quali Indipendence Day, Godzilla e Il patriota, il tedesco Emmerich riesce a stupire per la prima volta, da quando si è trasferito a Hollywood.

The Day After Tomorrow è pertanto un film catastrofico di stampo classico, con tutti i cliché del genere: diverse storie drammatiche in parallelo, anche molto brevi, uno scienziato (Dennis Quaid/Jack Hall) perennemente inascoltato come personaggio principale e un antefatto che promette sequenze spettacolari a base di effetti digitali, durante le quali una famosa città fa da protagonista (la tempesta che si abbatte su New York è –bisogna riconoscerlo– memorabile).

Ma ciò che rende il prodotto assolutamente diverso dai soliti è l’intento di fare spettacolo suscitando anche qualche riflessione sulla politica ambientale degli Stati Uniti, ottenuta mettendo in rilievo l’ottusità dei governanti e tramite iniezioni di ironia tagliente: lunghissime carovane di americani migrano verso il Messico, per trovare le frontiere chiuse.

Sax Marmotta