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Trama

Nick è un navigato ladro professionista che collabora da oltre vent’anni con l’amico Max, il quale gli procura la maggior parte degli incarichi.

Abita a Montreal dove gestisce un jazz-club, e di solito “lavora” all’estero. La consolidata relazione con l’hostess Diane lo convince ad abbandonare la sua rischiosa attività, ma si profila all’orizzonte un’opportunità che potrebbe fruttargli più di quattro milioni di dollari: rubare uno scettro del XVI secolo, temporaneamente custodito nell’edificio della dogana di Montreal.

Nick è costretto suo malgrado a coinvolgere nell’operazione il giovane Jack, introdotto proprio da Max.

Recensione

Con un cast di tale livello lo spettatore si aspetta un film memorabile, ma va chiarito subito che The Score non lo è.

Poche le novità sul mondo di un ladro professionista, il suo rapporto con le donne, gli amici o sconosciuti colleghi.

Colpisce semmai l’eleganza di Frank Oz, che confeziona un’opera con poca azione (probabile causa dell’insuccesso americano), girata quasi interamente con campi medi e lunghi, curata nei particolari e basata soprattutto sulla recitazione.

De Niro appare più misurato rispetto alle prove recenti (anche se è inevitabile fare confronti tra Nick e il Neil di Heat), Norton (Jack) continua a stupire e Brando (Max) è sempre grande.

Una pellicola indubbiamente valida, il cui incipit ricorda Potere assoluto di Eastwood.

Sax Marmotta