
Un amore a 5 stelle
- Wayne Wang
- Jennifer Lopez, Natasha Richardson, Ralph Fiennes, Stanley Tucci
- Commedia, Drammatico, Sentimentale
- Stati Uniti
- 13 December 2002
Trama
Divisa dal marito, che non si dimostra molto premuroso nei confronti del figlioletto Ty, la messicana Marisa Ventura fa la cameriera in un prestigioso albergo di Manhattan perché la madre le ha insegnato a non avere alte aspirazioni.
Istigata da una collega, che l’ha pure convinta a sostenere un colloquio per una promozione, prova il costoso abito di una ricca cliente, Caroline Lane, e viene notata dal giovane candidato repubblicano al senato Christopher Marshall, che le chiede di accompagnarlo insieme a Ty a portare a passeggio il cane.
Marisa, attratta dall’uomo e dai suoi modi affabili, non chiarisce l’equivoco. Quando, però, la vera Caroline riceve l’invito a cena di Christopher, asfissiato dai propri impegni e dall’organizzatore della sua campagna, Jerry Siegel, i nodi vengono al pettine.
L’irreprensibile eppur comprensivo maggiordomo Lionel Bloch, compresa la situazione, si dimostra disposto a chiudere un occhio; ma cosa potrebbero pensarne i superiori? .
Recensione
Scontatissima commedia romantica, che attinge scopertamente da un migliaio di opere simili (da Cenerentola a Pretty Woman, tanto per citare le somiglianze più lampanti), con blandi cenni al sociale (macilenta la ribellione ai ranghi imposti dal basso lignaggio, dignitosa ma slegata la tirata sul mestiere del servire), diretta da un Wayne Wang più a corto di ispirazione che mai.
E pensare che il soggetto porta la firma (stornata, a dire il vero, in Edmond Dantès) di John Hughes, che un tempo era di per sé una garanzia.
Anche riuscendo a digerire la risaputa trama (c’è chi ama rivedere sempre lo stesso film, specie se di genere rosa) e i suoi sprechi (neppure la scena dei tre posti a repentaglio è molto credibile), si incappa nei personaggi: un politico troppo gentile e troppo aperto per ricordare Bush jr. (e non è che gli accostamenti a Nixon siano lusinghieri), una coppia di attempate sorelle francesi cleptomani i cui comportamenti e scambi linguistici non hanno senso (neanche comico), un paio di insopportabili colleghe di Marisa sempre pronte a ballare e fare smorfie (va bene pensare positivo, ma è necessario sembrare cretine?)… Il finale rétro con le copertine dei rotocalchi e la classe britannica del disinteressato Fiennes e di Hoskins non bastano a tenere in piedi la pellicola, il cui titolo originale (che all’inizio doveva essere The Chambermaid) gioca sul doppio senso di “maid”: “fanciulla” e “cameriera”.