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Trama

Rosa Maria è un’insegnante di storia dell’università di Lisbona. Una crociera sul Mediterraneo, intrapresa per raggiungere il marito pilota di stanza a Bombay, è l’occasione per visitare finalmente i luoghi che insegna e per mostrarli alla curiosa figlioletta Maria Joana, 7 anni.

Le due guardano Ceuta dal ponte e scendono a Marsiglia, a Pompei, ad Atene, al Cairo (dove incontrano il disponibile attore Luís Miguel) e ad Istanbul.

Frattanto, ad ogni tappa salgono nuove passeggere: l’affarista francese Delfina, l’ ex-modella italiana Francesca e la cantante greca Helena.

Tutte, Rosa Maria compresa, si ritrovano al tavolo del comandante della nave John Walesa, americano di origine polacca, a conversare, ognuna nella propria lingua, di problemi individuali e civili.

Ignare che a bordo incombe qualcosa di terribile.

Recensione

Ancora 100 film per Manoel de Oliveira, che possiede la rara capacità, con i suoi piani fissi e con i suoi lunghi e pregnanti dialoghi ragionati, di sviscerare lucidamente la nostra epoca; e ciò che in altri autori sembra lentezza, nel suo caso appare sotto forma di saggezza e leggiadria, e non certo per portargli rispetto o essere indulgenti (tant’è che, nella sua cadenzata attività, gli capita di realizzare opere meno riuscite).

Seguito dagli inseparabili Leonor Silveira (Rosa Maria) e Luís Miguel Cintra (praticamente nel ruolo di se stesso), il venerando regista divide quasi nettamente il suo racconto: nella prima parte, con l’aiuto dei simbolici personaggi della madre-cicerone e della figlia, rappresentante delle generazioni future (che con i suoi avidi “perché?” sembra incarnare l’indomita curiosità del cineasta), ci conduce, inarrestabile scafo tra i flutti, attraverso le radici della nostra civiltà, senza lesinare in particolari storici; nella seconda, ci fa sedere a tavola con alcuni esponenti/discendenti (il solito cast internazionale di amici illustri) dei popoli che hanno contribuito a forgiare il mondo così come lo conosciamo.

Il tutto in una rispettosa e armoniosa Babele –sottotitolata dove occorre– di lingue (portoghese, francese, italiano, greco, inglese; ci sono perfino scritte arabe e turche), all’interno della quale ciascun carattere comprende perfettamente gli interlocutori.

Una lezione (pessimistica, poiché de Oliveira non è certo un ingenuo, e lo testimoniano pure le fattezze della bambola della bambina) sulla possibile salvezza dell’uomo, fino alla sbigottente accelerazione conclusiva (finanche dei credits), commentata da una canzone ellenica dal rinnovato sapore struggente.

Max Marmotta