
Un film parlato
- Manoel de Oliveira
- Catherine Deneuve, Filipa de Almeida, Irene Papas, John Malkovich, Leonor Silveira, Stefania Sandrelli
- Drammatico, Storico
- Francia, Italia, Portogallo
- 31 August 2003
Trama
Rosa Maria è un’insegnante di storia dell’università di Lisbona. Una crociera sul Mediterraneo, intrapresa per raggiungere il marito pilota di stanza a Bombay, è l’occasione per visitare finalmente i luoghi che insegna e per mostrarli alla curiosa figlioletta Maria Joana, 7 anni.
Le due guardano Ceuta dal ponte e scendono a Marsiglia, a Pompei, ad Atene, al Cairo (dove incontrano il disponibile attore Luís Miguel) e ad Istanbul.
Frattanto, ad ogni tappa salgono nuove passeggere: l’affarista francese Delfina, l’ ex-modella italiana Francesca e la cantante greca Helena.
Tutte, Rosa Maria compresa, si ritrovano al tavolo del comandante della nave John Walesa, americano di origine polacca, a conversare, ognuna nella propria lingua, di problemi individuali e civili.
Ignare che a bordo incombe qualcosa di terribile.
Recensione
Ancora 100 film per Manoel de Oliveira, che possiede la rara capacità, con i suoi piani fissi e con i suoi lunghi e pregnanti dialoghi ragionati, di sviscerare lucidamente la nostra epoca; e ciò che in altri autori sembra lentezza, nel suo caso appare sotto forma di saggezza e leggiadria, e non certo per portargli rispetto o essere indulgenti (tant’è che, nella sua cadenzata attività, gli capita di realizzare opere meno riuscite).
Seguito dagli inseparabili Leonor Silveira (Rosa Maria) e Luís Miguel Cintra (praticamente nel ruolo di se stesso), il venerando regista divide quasi nettamente il suo racconto: nella prima parte, con l’aiuto dei simbolici personaggi della madre-cicerone e della figlia, rappresentante delle generazioni future (che con i suoi avidi “perché?” sembra incarnare l’indomita curiosità del cineasta), ci conduce, inarrestabile scafo tra i flutti, attraverso le radici della nostra civiltà, senza lesinare in particolari storici; nella seconda, ci fa sedere a tavola con alcuni esponenti/discendenti (il solito cast internazionale di amici illustri) dei popoli che hanno contribuito a forgiare il mondo così come lo conosciamo.
Il tutto in una rispettosa e armoniosa Babele –sottotitolata dove occorre– di lingue (portoghese, francese, italiano, greco, inglese; ci sono perfino scritte arabe e turche), all’interno della quale ciascun carattere comprende perfettamente gli interlocutori.
Una lezione (pessimistica, poiché de Oliveira non è certo un ingenuo, e lo testimoniano pure le fattezze della bambola della bambina) sulla possibile salvezza dell’uomo, fino alla sbigottente accelerazione conclusiva (finanche dei credits), commentata da una canzone ellenica dal rinnovato sapore struggente.