
Un viaggio chiamato amore
- Michele Placido
- Alessandro Haber, Galatea Ranzi, Laura Morante, Stefano Accorsi
- Drammatico, Sentimentale
- Italia
- 3 September 2002
Trama
Toscana, 1916. La scrittrice quarantenne Rina Faccio, in arte Sibilla Aleramo, a seguito di un intenso scambio epistolare, vuole conoscere il poeta Dino Campana, autore di metriche audaci e innovative, in buona parte presenti nella raccolta “Canti orfici”, e per farlo s’inerpica sul paesino di montagna dove egli risiede.
Molto colpita dalla brillante intelligenza dell’uomo, di nove anni più giovane di lei, avvia una relazione che si rivela assai tormentata.
Campana, infatti, soffre di frequenti nevrosi, peggiorate a causa dello smarrimento di un manoscritto originale spedito con richiesta di pubblicazione, e per le quali è già stato internato tempo addietro.
Incurante di chi la ammonisce, Sibilla tenta di restituire a Dino una vita normale. Questi, però, non sopporta –ricambiato– gli ambienti letterari fiorentini di cui fa parte la sua compagna, né l’idea che ella, segnata da un’adolescenza difficile, abbia avuto tanti amanti in precedenza.
Recensione
Quinta e ardita regia di Michele Placido, alle prese con una ricostruzione storico-individuale non delle più facili.
Probabilmente con il materiale a disposizione non si poteva ricavare di meglio, visto che comunque il copione dona alla poesia da un lato e alla narrativa dall’altro (la ricostruzione in flashback della crescita e dei dispiaceri di una giovanissima Rina/Sibilla) posizioni predominanti, inserite con cura all’interno della vicenda.
L’amour fou che legò a fasi alterne i due protagonisti –ben resi da Morante e Accorsi, che si è aggiudicato la Coppa Volpi a Venezia– nell’arco di circa un anno e mezzo (prima che gli eventi prendessero il sopravvento) è raccontato con una partecipazione che rischia di diventare leccata, soprattutto per le musiche enfaticamente convenzionali di Carlo Crivelli.
Come spesso accade in questi casi, a personaggi di contorno realmente esistiti (è il caso di Emilio Cecchi) ne corrispondono altri che sono la risultante di più figure.
Il padre di Rina è interpretato da Andrea Coppola, doppiato però dallo stesso regista.