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Trama

Da parecchi secoli è in corso una guerra senza esclusione di colpi tra vampiri e licantropi. I primi, comandati dal diplomatico Kraven in attesa del risveglio di uno dei tre anziani della comunità, cercano di eliminare tutti i nemici, detti lycan e privi del leader Lucian, tramite i loro agenti di morte.

Una di questi, Selene, figlia preferita del millenario dormiente Viktor, si scontra con un gruppo di lupi mannari che prova a rapire in tutti i modi l’umano Michael, giovane medico tirocinante.

Il sangue del ragazzo nasconde infatti il segreto in cui i lycan confidano per creare un’invincibile razza di predatori.

Recensione

Diretto dall’attuale fidanzato di Kate Beckinsale (Selene), nonché ex-assistente del reboante Roland Emmerich, Underworld è decisamente un horror contemporaneo.

In sostanza, un film nato da una sceneggiatura che sembra un’indagine di mercato sui gusti del pubblico giovane, girato in location europee economiche (fino all’anno scorso) e basato principalmente sulle atmosfere, su effetti visivi impiegati con discrezione e sul make-up.

Al pari di altri tentativi, una pellicola che cerca inoltre di colmare le sue innumerevoli lacune tramite le già sfruttate armi della contaminazione e della citazione, le quali, però, non possono sostenere da sole l’intero progetto.

Ecco allora vampiri e licantropi ai giorni nostri, geneticamente evoluti quanto gli X-Men, abbigliati e armati come i personaggi di Matrix, coinvolti in una lotta dove ogni partecipante è volutamente ambiguo –come in Blade– e i cui risvolti alla fine somigliano all’ennesima soap opera che promette l’immancabile sequel.

Per chi si accontenta di pochissimo.

Sax Marmotta