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Trama

Michela Canova, fidanzata con il collega Marco, si occupa di rubriche femminili sul maggiore quotidiano genovese.

Quando Angela, la sua vicina di pianerottolo, viene brutalmente uccisa, la giornalista praticante, colpita e mossa dal rapporto superficiale eppure affettuoso che aveva con la vittima, con la scusa di inaugurare un’inchiesta sulla violenza sulle donne si mette in testa di scoprire il colpevole, aiutata da una comprensiva ispettrice e da Sabrina, conoscente della sventurata che studia da avvocato.

I sospetti principali cadono sui familiari di Angela, cioè il patrigno Glauco e la sorella Ludovica; inoltre, un suo amico, un balcanico che si fa chiamare Nando, continua a gravitare con fare losco attorno al luogo del delitto.

Recensione

Nonostante qualche infedeltà al testo di partenza, il film di Giraldi (La frontiera) non è di disprezzabile fattura, specie se paragonato ai gialli all’italiana che andavano per la maggiore negli anni ’70 (per intenderci, quelli di Bava padre o del primo Dario Argento, non ancora inclini all’efferatezza).

La trama è accattivante e la moltitudine di personaggi fa sì che lo spettatore si arrovelli sull’identità dell’assassino.

D’altro canto, spuntano delle incoerenze e la soluzione, soprattutto per come è ricostruita, non risulta particolarmente credibile nel movente e nella dinamica.

Comunque, si distinguono alcuni accorgimenti stilistici (ad esempio, i flashback che intervengono solo in caso di racconti veritieri) e la performance della Bruni Tedeschi, per una volta allontanatasi dai soliti caratteri farfuglianti.

Max Marmotta

Qualche consiglio