
Windtalkers
- John Woo
- Adam Beach, Christian Slater, Frances O'Connor, Jason Isaacs, Mark Ruffalo, Martin Henderson, Nicolas Cage, Noah Emmerich, Peter Stormare
- Azione, Drammatico, Guerra, Storico
- Stati Uniti
- 14 June 2002
Trama
In piena Seconda Guerra Mondiale i marines americani soffrono parecchie perdite, sul fronte dell’Oceano Pacifico, a causa di codici di comunicazione tutt’altro che indecifrabili per l’esercito giapponese.
Le nuove direttive prevedono l’utilizzo di marconisti indiani navajo che, affidandosi alla lingua madre, dovrebbero volgere gli eventi in favore degli Stati Uniti.
Il tormentato sergente Joe Enders, sopravvissuto a una missione in cui tutti i suoi uomini sono stati trucidati, viene destinato al contingente del capitano Hjelmstad presso il punto nevralgico della controffensiva, l’isola Saipan nell’Arcipelago delle Marianne, con l’ordine di difendere a rischio della vita il soldato pellerossa Ben Yahzee.
Recensione
La guerra secondo John Woo trova terreno fertile in un contesto più volte saccheggiato, sia per il periodo storico, sia per il tipo personaggi, sia per il tipo di combattimento, parzialmente vincolato a un eroico corpo a corpo; ma lo stile finalmente asciutto dell’autore sviluppa una splendida esecuzione, legata ad archetipi western e ad un impiego mistico/esotico della lingua navajo, dove il costante elogio dell’amicizia è delineato in chiave spudoratamente virile (la dolce infermiera Rita/Frances O’Connor, pur essendo fondamentale per il protagonista, è molto defilata).
Palese il debito con John Ford, per la scelta di aprire e chiudere il film nella Monument Valley, ma anche per l’atto d’accusa pronunciato contro l’emarginazione e costruito gradualmente ponendo l’accento sull’eterogeneità del manipolo (italiani, indiani, greci, rozzi southerns e scandinavi a confronto).
Il volto segnato di Joe Enders (Cage, perfettamente misurato come il regista) ci consegna un autentico bad boy, veicolo di un’esaltazione old style dell’eroismo come unica alternativa a una vita disastrata, ma anche di un marcato sentimentalismo che si apre al sacrificio puramente disinteressato.
Come nelle abitudini di Woo, gli ultimi minuti sono i più cruenti e spettacolari.