
Woman in Gold
- Simon Curtis
- Daniel Brühl, Helen Mirren, Katie Holmes, Max Irons, Ryan Reynolds, Tatiana Maslany
- Drammatico, Storico
- Regno Unito
- 15 October 2015
- English, German, Hebrew
Recensione
Quando il regista perlopiù televisivo Simon Curtis si cimenta con il grande schermo esige di raccontare storie vere.
Lo ha fatto con Marilyn (più che una biografia, la cronaca romanzata delle travagliate riprese de Il principe e la ballerina), reitera con questa ricostruzione della temeraria causa che una signora ebrea austriaca emigrata in gioventù negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni naziste intentò al governo del suo Paese d’origine per ottenere la restituzione di un ritratto che Klimt fece a sua zia, custodito presso il prestigioso Belvedere di Vienna.
Il reclamo di tale diritto ereditario, perorato con progressiva convinzione da un giovane avvocato figlio di un’amica di famiglia, offre l’occasione di proporre un usuale doppio binario narrativo: mentre assistiamo agli ostacoli burocratici del presente, vengono illustrate le vicissitudini del passato, tra restrizioni, confische e prepotenze.
In effetti, la sequenza della concitata fuga dall’Europa regala al film i momenti più vibranti, nell’inesausto proposito di mantenere viva anche al cinema la memoria su un periodo oscuro come quello che precedette e attraversò il secondo conflitto mondiale.
Al di là di questo, però, la confezione non aiuta, sia per l’intenzione programmatica di commuovere, sia per l’eccessiva tendenza a semplificare, riscontrabile soprattutto nei dialoghi.
Malgrado il riconosciuto professionismo di Helen Mirren.
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