Video & Photo

1 videos

Recensione

Per essere un prequel, categoria che perlopiù racchiude gli ultimi rantoli di filoni abbondantemente esauriti con la scusa delle prime gesta dei protagonisti di una serie (di conseguenza, servendosi di giovani attori sconosciuti e soggetti pretestuosi), non ci si può lamentare.

Il regista inglese Matthew Vaughn, cimentatosi proprio di recente con un’intelligente parodia del film di supereroi (Kick-Ass), prende le redini di uno dei “franchising mascherati” più amati dello scorso decennio, partecipando pure alla sceneggiatura.

Dopo un incipit che ricalca fedelmente quello del primo episodio, del 2000 (ma è opportuno accostare la Shoha ai fumetti Marvel?), assistiamo alla nascita della leggendaria amicizia (poi infranta) fra i due capofila dei mutanti in costume: il telepate Charles Xavier (al quale James McAvoy infonde il suo aspetto coscienzioso) – con sorella “acquisita” al seguito, ovvero la trasformista Raven/Mystique (la lanciatissima Jennifer Lawrence) – ed Erik Lehnsherr (ortodossamente ambiguo il suo interprete, Michael Fassbender), futuro Magneto in cerca di vendetta per i dolori provati in campo di concentramento, in grado di attirare qualsiasi oggetto metallico.

Insieme, con il prezioso apporto di un agente governativo fuori dagli schemi (Oliver Platt), radunano in tempi di Guerra Fredda un gruppo di loro simili, dal brillante e “bestiale” scienziato Hank McCoy (Nicholas Hoult) al “secante” galeotto Alex Summers (Lucas Till), più tardi noto con il nome di Havok, per contrastare le mire belliche del crudele Sebastian Shaw (davvero inquietante Kevin Bacon), criminale nazista che ha a sua volta un potere nascosto.

Può darsi che si punti sulla popolarità dei personaggi più che sul plot, ma la visione è piacevole, ed è ciò che conta maggiormente.

Fra i camei, quello non accreditato di Hugh Jackman è gustosissimo.

Max Marmotta