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Trama

Liu Jian, agente cinese specializzato in arti marziali e agopuntura, viene inviato a Parigi per collaborare con la polizia locale alla cattura di un trafficante di droga.

Il corrotto capo dell’operazione, Richard, elimina l’indiziato facendo ricadere la colpa sul collega orientale.

Le uniche persone su cui può contare per dimostrare la propria innocenza sono Jessica, prostituta tossicomane, sfruttata dallo stesso Richard, e lo zio Tai, che offre protezione per conto dei Servizi Segreti Cinesi.

Recensione

Un soggetto esile, scritto dallo stesso protagonista, sceneggiato da Luc Besson, che inoltre produce. Sarà forse l’effetto della capitale transalpina, ma Chris Nahon, allievo dell’autore francese, sembra tenere troppo in considerazione, al limite del plagio, i vecchi lavori del maestro, Nikita e Léon in particolare.

Lo stesso Jet Li, incredibile atleta e attore per nulla convincente, non disdegna l’omaggio al precursore di genere, Bruce Lee, realizzando il suo L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente, con riferimenti a I tre dell’operazione Drago.

Assodata la scarsa originalità, non resta che godersi le spettacolari sequenze di combattimento, a volte però inutilmente truculente.

Da segnalare, nel ruolo di zio Tai, Burt Kwouk, l’indimenticabile maggiordomo Cato al servizio dell’ispettore Clouseau.

Sax Marmotta