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Trama

Durante un rave party, gli studenti amici conviventi Rob, Stella, Annie, Webster, Spencer, Liam, Joe e Lucy, dopo un consumo massiccio di marijuana, cocaina, ecstasy e alcol, improvvisano una seduta spiritica.

Il fantasma inavvertitamente evocato è un pericoloso djinn, un demone del fuoco, il quale, per placare la propria ira, inizia a eliminare uno per uno gli officianti al rito.

I ragazzi sopravvissuti, scettici riguardo alla natura soprannaturale dei delitti, sospettano di Becker, loro padrone di casa e appassionato satanista, ma non sospettano affatto che un membro del gruppo, senza saperlo, ha già incontrato da bambino la terribile entità.

Recensione

Un horror povero, di mezzi e idee, interamente girato a Londra; ricalcando parzialmente il soggetto di Spiritika (pellicola americana di serie B del 1986), il regista sceglie una confezione giovane attuale, indugiando su una turpe descrizione fine a se stessa della cultura rave (rappresentata, tra gli altri, da Roni Size alla colonna sonora), e recupera ancora una volta il collaudato svecchiamento di genere operato da Wes Craven.

L’operazione però non funziona: lo score a base di archi all’unisono e l’(ab)uso di effetti sonori distorti e assordanti sono insufficienti per innescare il meccanismo della tensione.

La lunga sequenza con Lukas Haas (Webster) protagonista è l’unica a smentire quanto affermato e a rivelare le buone capacità di Marcus Adams, ma la sceneggiatura, ricca di dialoghi insensati e risibili, annulla sul nascere qualsiasi spunto positivo nell’arco della vicenda.

Sax Marmotta