Trama

Francesca è un’attrice finita in un carcere napoletano a causa del suo fidanzato. Inizialmente impaurita, divide la cella con delle compagne molto diverse da lei: l’instabile Patrizia, in pena per la sua bambina; la grassa Donna Bionda, che si attribuisce poteri paranormali, e sua figlia Cettina, arrestata per colpa sua; la vitale spagnola Candela; una silenziosa ragazza di colore.

La giovane instaura però una maggiore complicità con la misteriosa Nunzia, amante di un camorrista parzialmente invalida per uno scontro a fuoco.

Recensione

Fortemente voluto da Gioia Scola, che ha anche scritto il soggetto (probabilmente basandosi su esperienze personali, dati i suoi guai con la legge qualche anno fa) e ha curato la produzione, sceneggiato con l’Anna Pavignano che ha collaborato a tutti i film di Troisi, il film lamenta qualche perdita di tempo.

L’esordiente Conversi, comunque capace di focalizzare credibilmente su un universo completamente femminile, seguendo le indicazioni dello script non mostra la durezza della detenzione (esistono anche situazioni come questa, dove le recluse possono cucinare e chiacchierare con le guardie) per concentrarsi sull’assenza di libertà e sulle riflessioni, le considerazioni, i pentimenti che essa può indurre.

A questo proposito, non tutte le colpe delle bravissime protagoniste vengono esposte; è preferibile piuttosto individuare le empatie e le tensioni che normalmente nascono da una convivenza forzata.

Il rischio (consapevole)? Che il plot lasci il posto a una struttura eccessivamente episodica.

Max Marmotta