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Trama

Ventiquattr’ore nella vita di tre studenti svogliati alla fine dei ’70, in una Bologna spettrale e politicizzata.

L’universitario Pentothal, pure disegnatore, non sa rassegnarsi alla fine della sua storia con Lucilla e si trascina dovunque in pigiama; il suo collega Enrico Fiabeschi si reca ad un esame del tutto impreparato e si lascia distrarre dalle canne; Zanardi, liceale, paga lo scotto di una bravata perpetrata con i compagni (anche di scorribande) Colasanti e Petrilli, l’uno piacente, l’altro sfigato.

Recensione

Renato De Maria (Hotel Paura) ritorna dopo un periodo di pausa con un’opera maleducata, anomala nel panorama italiano, rischiosa in quanto difficile da gestire e girata in digitale.

In effetti, riprodurre le atmosfere delle anarchiche tavole di Paz, concepite oltretutto in anni difficili e di grande smarrimento giovanile (ulteriormente documentato dai graffiti sui muri), poteva rivelarsi un’arma a doppio taglio.

D’altronde, se si supera lo choc da approccio, il film offre abbastanza: divertimento feroce, ricostruzione storica (con qualche svista), cenni biografici (come non sovrapporre il fumettista Pentothal al suo autore?).

L’aderenza degli attori –compresi i tanti in partecipazione speciale– è frutto di scelte felici: si va dall’inquieto Santamaria allo spigoloso Pistilli (La guerra degli Anto’), dalla stupenda Sacchi fino al tormentante ispiratore in stile Zappa di Antonio Rezza.

Ci sono anche i cantanti Lindo Ferretti (dei CSI, presente pure nella colonna sonora) e Frankie Hi NRG.

E se la narrazione sembrerà troppo bislacca, meglio conoscere Pazienza.

Max Marmotta