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Recensione

Ci sono film che non nascono necessariamente sotto una cattiva stella, è piuttosto la distribuzione nostrana a candidarli all’insuccesso.

Prendiamo questo Nickname: Enigmista, thriller dignitoso per quanto lambiccato: in originale si chiamava Cry_Wolf, una specie di “non gridare al lupo” modernizzato dal segno underscore (che ne richiama la variante telematica), ma qualcuno ha pensato bene (?) di farlo diventare un parente di Saw – L’enigmista, un horror (o più precisamente un gore) di quasi un anno fa (che peraltro può già vantare un seguito, in uscita a gennaio) dalla buona sceneggiatura (fin troppo irta di colpi di scena), la cui connotazione più evidente era la truculenza di molte scene.

Grave errore: così facendo, si respingono le persone sensibili alla vista del sangue e si deludono coloro che ne sono assetati (sempre cinematograficamente parlando, è evidente).

Ma veniamo al dunque. Giunto, dopo varie disavventure scolastiche, in un prestigioso college su insistenza del distrattissimo padre, Owen lega subito con la seducente Dodger, che lo introduce ad altri compagni di corso.

Tutti affascinati dal giornalismo, che non per niente hanno inserito nel piano di studi, i ragazzi decidono di sparare nel web una bufala, giusto per vedere l’effetto che fa: prendendo le mosse da un recente omicidio avvenuto nei pressi della scuola, il gruppo lascia credere che sia in circolazione un serial killer dalle caratteristiche ben precise, pronto a colpire di nuovo.

I guai apparenti che occorrono successivamente, soprattutto a Owen, che comunque non è uno sprovveduto, hanno tutti una spiegazione assai più “terrena”, ma appartengono a un disegno ben preciso (anche esageratamente, se vogliamo).

Dunque, una pellicola piacevole, più vicina agli ingiustamente inosservati Urban Legend e Gossip. Se proprio dobbiamo fare un paragone… .

Max Marmotta